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Wonderful Myanmar

Mistico, sofferto, emozionante, unico: questo è il Myanmar (Birmania) oggi, tra la voglia di rinascere e una nuova immagine da costruire. Un paese che unisce meraviglie artistiche e naturali da mozzare il fiato, un popolo generoso e appassionato, tradizioni antichissime e composite, ma anche contraddizioni e problematiche che lo tormentano. Oggi ogni cosa sembra interessata da un processo di profondo e repentino cambiamento.

Myanmar

Un viaggio in Myanmar significa esplorare un angolo d’Asia ancora incontaminato, con scenari rurali di altri tempi e l’ospitalità pura e disinteressata della gente. Navigare sui fiumi sui cui affacciano antiche capitali, esplorare siti archeologici punteggiati di templi e pagode e ammirare stupa arroccati su massi coperti di lamine d’oro.

Per oltre mezzo secolo, il Myanmar (ex Birmania) è stato alla mercé di dittatori, giunte militari, fazioni di ribelli e trafficanti di droga sanguinari e senza scrupoli. I governi dittatoriali che si sono susseguiti hanno tentato, invano, di cancellare ogni traccia di democrazia nel paese, arrestando intere assemblee parlamentari, ricorrendo al lavoro coatto per dare fiato a un’economia in crisi, imprigionando Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991, e riducendo brutalmente al silenzio ogni voce dissidente.

Benché l’ingresso del Myanmar nel nuovo millennio sia stato caratterizzato da un abbandono della politica socialista e isolazionista in favore di un pragmatismo economico, la sua condizione di stato “paria” agli occhi del mondo occidentale è diventata un handicap economico. Il governo attualmente in carica sta cercando di perfezionare i suoi equilibrismi politici che mirano ad attirare gli investimenti stranieri, mantenendo allo stesso tempo il potere con le unghie e con i denti. Le forze ribelli sono indecise tra il proseguire la lotta rivoluzionaria oppure rassegnarsi e sopravvivere.

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Il Myanmar non è di certo il paese asiatico più facile o più tranquillo da visitare, ma è ricco di luoghi incantevoli e persone sorprendentemente cordiali; consente, inoltre, di dare uno sguardo a una società di tipo orwelliano, bizzarra e inetta, che sembra aver perso ogni contatto con il presente. Grazie alle politiche di chiusura verso ogni influenza esterna, il Myanmar è uno dei paesi meno occidentalizzati del mondo. Si tratta di una condizione che molti considerano pittoresca dimenticando, però, la realtà politica che l’ha determinata.

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