La capitale del design, della cucina e della moda, tra ciliegi in fiore e arditi grattacieli, tradizione e avanguardia, culto del passato e proiezione nel futuro, sacro e profano, ordine e caos. La capitale del Giappone si evolve alla velocità di uno “Shinkansen”, riuscendo a mantenere incredibilmente salda e integra la sua identità.
Tokyo è una megalopoli da 14 milioni di abitanti in movimento e mutazione perenni. Skyline futuristico e palazzi imperiali, kimono e shopping, hotel di lusso e cerimonie del tè, match di sumo e ciliegi in fiore, musei e karaoke, sushi e ristoranti stellati. E poi ancora templi antichi e architetture d’avanguardia, giardini tradizionali e tecnologie modernissime. Dire che Tokyo è una città di contrasti non è sufficiente a definirla. La capitale giapponese unisce fra loro i palazzi imperiali di Chiyoda, lo spirito Edo di Nihombashi, il lusso di Ginza, i negozi di Omotesando, il famoso incrocio di Shibuya, i templi buddisti di Asakusa, i templi della finanza di Marunouchi. Ma rappresenta anche gli otaku (i giovani fans della cultura pop) di Nakano, la frenesia al neon di Shinjuku, il sumo di Ryogoku, la vecchia Tokyo di Yanaka, i night club di Roppongi o la “città elettrica” di Akihabara, dove la tecnologia diventa un’attrazione. Lo skyline della metropoli, quasi sfidando il Monte Fuji, ha fatto da modello per tutto l’Estremo Oriente, da Shanghai a Singapore, sino a confondersi per i cinefili con la megalopoli del film Blade Runner.